A pochi giorni dall’inizio della scuola, ci sono molti che vivono dopo 13 anni emozioni e sensazioni diverse: sono gli studenti neodiplomati!
Dalla fanciullezza alla giovinezza, un passo dopo l’altro, ne hanno fatta di strada: da una scuola all’altra, da una classe all’altra, da un banco all’altro, con vecchi e nuovi compagni, con diversi docenti. Ora, guardando un attimo indietro e con un piede sul mondo universitario, Paola scrive sui social: «A scuola non ci vuole tornare proprio nessuno, però la nostalgia di quegli anni comincia a farsi viva! Iniziano a scorrere sempre più velocemente nei post le foto di un tempo non troppo lontano, è un continuo ripropormi i ricordi che ogni tanto sbucano fuori e fanno scendere una lacrima. Come sarà non iniziare di nuovo a portare sulle spalle quello zaino sempre troppo scomodo? Come sarà non andare a scuola ogni mattina e cercare un posticino per il motorino magari vicino a quello dei miei amici? Come non sentire più la campanella e correre dalle mie migliori amiche per sostenerci a vicenda e autoconvincerci che anche questa volta qualcuno dal cielo ci proteggerà affinché l’interrogazione vada a buon fine? Come non sentire più le voci dei professori che ti davano il buongiorno, la risata del portiere che alleggeriva un po’ l’incubo dello svegliarsi ogni giorno alle 7, i sorrisi dei compagni, i pianti dei finti malati che venivano “custoditi” dalla bidella? Non vivere tutto questo, ma sentirlo dentro al cuore come un ricordo bello, questa può essere la chiave di lettura».
E così mentre altri studenti, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado, cercano di fermare in massa il conto alla rovescia verso la prima campanella, Paola e i suoi compagni appena diplomati si trovano all’inizio di un nuovo percorso, su strade diverse, nella speranza che giungano alla meta tanto ambita: «Sarà difficile iniziare questo percorso senza poter stringere la mano a ognuno di voi ogni volta che ne sentirò il bisogno; mi sembrerà strano girarmi e trovare nuovi volti e nuovi prof. Mancherà tutto questo, mancherà la voglia di vedere “se anche quest’anno siamo nella stessa aula o finalmente saremo in un’aula nuova”; mancherà la chiamata in segreteria, il giorno prima di iniziare la scuola, per sapere se in classe saremo di più o di meno; mancherà la quotidiana felicità che regnava tra quei banchi e che porterò sempre con me, perché sarà quella a darmi la forza necessaria per andare avanti d’ora in poi».
In fondo, non tutto si perde degli anni della scuola: forse buona parte dei contenuti sì, ma resteranno il metodo di studio e la capacità di faticare; soprattutto, si manterranno le relazioni significative che ognuno ha coltivato ora per ora e, seppur lontani a studiare le “sudate carte” o in pausa o a lavoro, non mancherà la voglia si sentirsi o vedersi alla prima occasione, di raccontarsi come un tempo, di confidarsi, di piangere e gioire insieme. Insomma, in modo diverso, la campanella suonerà pure quest’anno e stavolta dipenderà da Paola e i suoi compagni!