Vittime e responsabili della lotta armata a confronto
A cura di Guido Bertagna, Aldo Ceretti- Claudia Mazzucato
Ed. il Saggiatore
Per Giovani e Adulti
Negli ultimi anni, lontano dai riflettori mediatici della scena pubblica, vittime e responsabili della lotta armata degli anni settanta hanno cercato, insieme, di ricomporre la ferita lasciata aperta da quegli anni sofferti.
Dopo un lungo percorso, realizzato insieme tra vittime, mediatori e uomini e donne della lotta armata, si è deciso di fare memoria di questo processo attuato “ per una convergenza di sguardi” per un ponte di dialogo che potesse dare un senso al dolore di ciascuno.
Il libro racconta tale esperienza accostando una rigorosa riflessione metodologica alle vive voci dei protagonisti, alle lettere che si sono scambiati negli anni, alle loro parole fragili, pronte al cambiamento, alla loro ricerca di una verità personale e curativa che vada oltre la verità storica e sappia superare ogni facile schematismo.
I tre autori: il padre gesuita Guido Bertagna, il criminologo Adolfo Ceretti, la giurista Claudia Mazzucato scrivono nel prologo:
Questo libro promette un incontro “ difficile” che forse alcuni riterranno impensabile, altri indigesto, altri ancora scandaloso”.
Ecco alcune espressioni dette da vittime, da mediatori o da “brigatisti” che dimostrano come questo incontro “ difficile” ha portato frutti insperati:
Sediamoci a un tavolo e parliamoci guardandoci negli occhi. Siamo ancora in tempo, siamo ancora in tempo.
…guardarsi negli occhi, e lasciare emergere alla trasparenza del contatto le verità dell’anima. Perché le parole sono fragili. E come tutte le cose fragili, se usate senza accortezza possono frantumarsi e ferire come schegge di vetro. E’ stata la prima forma di contatto, il dolore. Un dolore per ciascuno di noi così diverso e che ciò nonostante ci accomuna. Giustizia è tante cose: verità, richiamo alle responsabilità, pentimento, consapevolezza, incontro, riconciliazione, riparazione, accoglienza, memoria, tenerezza, relazione. Quello che il sistema giudiziario non dà. Con voi lo stiamo vivendo. (dalla lettera dei brigatisti agli autori del libro)
Lo slancio ideale degli ex terroristi dov’è andato a finire? C’era un desiderio di giustizia, nei giovani di quegli anni, che non si deve smarrire. E bisogna trovar dei modi che rendano possibile l’incontro. Ora c’è molta paura, degli immigrati, degli islamici… paura del disordine, ma il disordine esprime sempre qualcosa, va ascoltato. La vostra iniziativa dovrebbe poter smuovere la società. C’è un mistero di speranza che ci porta avanti. (Carlo Maria Martini)