L’esperienza di Sr Simona all’Ufficio dei Diritti Umani di Ginevra.
Si tratta di un corso internazionale a cui hanno partecipato le Consigliere di Pastorale Giovanile provenienti dall’Italia, dalla Polonia, da Timor Est e dal Benin. L’evento è stato realizzato, a Ginevra, dall’Ufficio dei Diritti Umani e dal VIDES Internazionale. Un’esperienza che mi ha permesso di allargare lo sguardo ed il cuore al mondo intero.
Sono stati giorni intensi e dinamici che avevano come scopo di abilitarci a saper leggere le situazioni del nostro territorio con riferimento alle violazioni a livello dei diritti umani, farci conoscere gli impegni che i nostri paesi si sono assunti ratificando le convenzioni internazionali, saper individuare secondo il metodo educativo salesiano come intervenire per implementare, rafforzare e proteggere i diritti dei bambini, dei giovani e delle donne.
Essendo il corso teorico-pratico abbiamo avuto l’alternarsi di momenti formativi frontali, scambi di esperienze, lavori di laboratorio, incontri con persone che occupano ruoli e compiti diversi. Sr Maria Grazia Caputo e Maria D’Onofrio ci hanno aiutato ad approfondire le dinamiche e i meccanismi di difesa dei diritti umani; sr Leonor Salazar e di Elisabetta Murgia del VIDES Internazionale ci hanno aiutato a conoscere meglio il contributo che VIDES e Istituto danno alla protezione dei bambini in situazione di disagio e all’empowerment dei giovani; Alfred Fernandez (coordinatore della piattaforma del diritto all’educazione) ci ha parlato dell’impegno degli organismi governativi nella promozione e difesa dei diritti umani soprattutto del diritto all’educazione; Mons. Massimo De Gregori si è soffermato sul significato della presenza della Santa Sede alle Nazioni Unite; l’ambasciatore Enrico Serra (Italia) ha sottolineato come la missione permanente dell’Italia contribuisce alla difesa dei diritti umani; l’incontro con la responsabile della Biblioteca, Cristina Giordano, ci ha permesso di cogliere la storia e la ricchezza della documentazione contenuta a Palais des Nations.
Fondamentale è stata la partecipazione diretta ad alcune sessioni del Consiglio dei Diritti Umani in cui ho potuto ascoltare le relazione degli esperti e gli interventi degli Stati, tutto secondo una metodologia ben stabilita.
Qui ho riscoperto e valorizzato il significato e l’importanza della presenza dell’Istituto e del VIDES alle Nazioni Unite: una presenza che, grazie al riconoscimento che hanno, permette una partecipazione attiva anche nel prendere la parola, come è avvenuto in una delle due giornate in cui siamo state presenti, per pronunciarsi sulla situazione delle bambine i cui diritti vengono spesso violati.
Gli ultimi giorni della mia permanenza hanno visto un’esercitazione pratica sulle raccomandazioni che l’Italia ha ratificato nell’ultima revisione periodica universale e la stesura di un piano locale di advocacy sotto la guida di Maria D’Onofrio dell’Ufficio dei diritti umani. L’opportunità che mi è stata data mi ha permesso di dedicare tempo di studio e di approfondimento sul tema dei Diritti Umani, importante pilastro per l’impegno educativo-pastorale e socio-politico. La metodologia utilizzata nel Consiglio dei Diritti Umani è di grande insegnamento: un dialogo paziente ed intelligente capace di porre l’attenzione alla realtà concreta e capace di puntare sui valori comuni, denunciando e promuovendo per coscientizzare i diversi Stati.
Assumere la logica dei Diritti Umani significa impegnarsi concretamente per lo sviluppo di una mentalità e di una civiltà che trova nel cristianesimo il suo fondamento più vero e sicuro.
Quello che ho ascoltato e vissuto in questi giorni a Ginevra mi ha riportato ad una grande verità cristiana: Dio conduce la storia, e misteriosamente lo fa non solo attraverso la sua Chiesa, ma anche mediante tanti uomini di buona volontà. I diritti umani costituiscono una “periferia” preferenziale, dove è possibile far passare una mentalità di rispetto e di dialogo, di riconoscimento reciproco e di solidarietà, condizioni di un futuro promettente per tutta l’umanità. L’accoglienza calorosa e fraterna di tutta la comunità di Veyrier, dove eravamo alloggiate, la presenza delle simpaticissime e bravissime stagiste, hanno reso l’esperienza ancora più piena e significativa.