Settimana Vocazionale Residenziale 2016.
Le testimonianze delle partecipanti all’iniziativa.
Occhi e mani chiamano! Alzati
Francesca
L’anno scorso sono arrivata alla settimana vocazionale residenziale, quasi per caso, con un giorno e un’ora di ritardo. Per motivi lavorativi sono rimasta pochi giorni. Era il 26 gennaio 2015. Ed eccomi qua, un anno dopo! Quest’anno, a differenza dell’anno scorso, ho avuto tanto tempo libero per stare in istituto, ho dato anche una mano al doposcuola con gli studenti del Ciofs. Per quella settimana ho sospeso i miei piccoli impegni, la catechesi con gli adolescenti, le prove del coro e l’uscita con gli amici. Portavo dentro di me il desiderio di mettere un po’ di ordine nella mia vita, gustarmi la preghiera e i momenti di condivisione con le altre ragazze. Sono sempre più convinta che per incontrare Gesù, ci vuole il silenzio e ascolto della Sua Parola. Sembra facile ma non è per niente scontato.
In questa settimana ci ha accompagnato il brano di vangelo sulla vocazione di Matteo (Mt 2, 13 – 14); abbiamo potuto riflettere sulla sua scelta di seguire Gesù e meditato alcune domande che riguardano le nostre scelte. Nella nostra stanza comunitaria non si poteva non notare un grande quadro di Caravaggio con raffigurata la chiamata di Matteo e quel dito puntato di Gesù che chiamava proprio lui. Attenzione!!! Abbiamo avuto dei momenti molto forti: l’adorazione eucaristica, la lectio, il momento penitenziale, la veglia vocazionale a Sesto, la riflessione personale e le condivisioni di gruppo. Non abbiamo solo pregato anzi, ci siamo anche divertite. Tutte noi, dopo alcune ore, ci siamo subito sentite subito casa. Siamo state accolte dalle numerose suore e con loro abbiamo condiviso i pasti, la ricreazione serale con balli e canti, la buonanotte e la super festa del 31 gennaio. Alcune di noi hanno scoperto per la prima volta Don Bosco e lo spirito salesiano. Inoltre vorrei raccontarvi la mia giornata del 29 gennaio perché è stata davvero speciale. Dopo le lodi comunitarie, ho potuto partecipare alla messa e festa di San Giovanni Bosco presso un istituto salesiano dove ho lavorato per alcuni brevi ma intensi mesi. Ringrazio chi mi ha invitata perché ho potuto partecipare a una piacevole e allegra festa al cento per cento salesiana.
Ho visto lo spettacolo sulla vita di Don Bosco preparato dai bambini di quarta elementare, ho gustato un buon panino al salame e cantato con tutti i bambini. Vi ho raccontato anche questa mia esperienza perchè alla sera è stato bello tornare a “casa” e raccontare la mia giornata e la mia gioia alle suore e alle altre ragazze. Vorrei infine concludere condividendo un frase di una canzone che mi porto con me da diverso tempo, che ho condiviso il 31 gennaio con sr Simona, sr Patrizia C., Elena, Miriam, Jessica, Alice e Cristina: “E miracolosamente non ho smesso di sognare, miracolosamente non riesco a non sperare… se c’è il segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole e non qualcosa che non c’è”.
Miriam
Scrivo qualche riga sulla mia esperienza di settimana vocazionale salesiana! Innanzitutto dico che è partita con un semplice “si” …quante volte vorremmo essere come Maria ma non sappiamo concretamente come rispondere il nostro sì? Ecco come ho “deciso” di vivere questa esperienza, dicendo con fiducia quel “si”! A cosa a portato? Solo a DONI! Il dono più grande quello di sentirmi amata da Dio: in primis attraverso l’accoglienza gratuita della comunità di via Timavo!
Inoltre ho sperimentato la BELLEZZA di una quotidianità “ordinata” scandita da Preghiera, Allegria e Lavoro. Ricordo vivamente la GRAZIA ricevuta di “non avere più sete”: avevo una forza (che non veniva da me, ma dalla preghiera) che mi ha aiutata concretamente ad affrontare la giornata anche lavorativa con grande pace e serenità senza le solite ansie e preoccupazioni! Un dono speciale sono state le mie guide e compagne di viaggio che hanno condiviso con me il un pezzo del Cammino di Felicità verso l’Amore più Bello! Jessica
Questa settimana è stata bellissima. Insieme alle suore e alle ragazze del gruppo abbiamo condiviso delle forti esperienze di condivisione e di amicizia. Oltre ai momenti di preghiera abbiamo partecipato alla festa di Don Bosco insieme ai ragazzi dei corsi professionali. Grazie a questo momento di festa e in tutta la settimana, si è creato un bel rapporto col gruppo e le suore che si sono dimostrate sempre allegre. Hanno avuto sempre per noi dei consigli da darci. Per me è stato molto costruttivo. Inoltre al pomeriggio ho aiutato Sr Maria Teresa in oratorio: abbiamo realizzato dei cartelloni e con testi e disegni, abbiamo spiegato ai bambini chi è Don Bosco. Un grazie alle suore per questa settimana. Alice Nell’ultima settimana del mese di gennaio ho potuto partecipare a una proposta interessante, la settimana vocazione residenziale.
Nei giorni prima, quando dicevo ai miei amici che in quella settimana non sarei stata presente a casa, perché avrei partecipato ad una settimana in uno istituto delle suore di Maria Ausiliatrice. Le domande che mi venivano poste erano… Che cos’è la settimana vocazionale? E perché ci vai? La prima domanda è semplice, ho spiegato a grandi linee cosa avrei fatto e come avrei passare le mie giornate. Mentre con la seconda domanda iniziava il vero dubbio per me, perché una ragazza di 19 anni dovrebbe fare un settimana vocazionale?
Beh, devo dire che per riflettere ne ho avuto di tempo sia nelle settimane precedenti, sia nel durante e nel rileggere i miei pensieri la frase più usata è quella di “seguire il proprio cuore, nella ricerca della propria felicità”. Ora posso dire che grazie anche a questa opportunità che mi è stata data, ho potuto fare un passo in più, quel passo di qualità, in quanto sono riuscita a vedere una quotidianità diversa, da un altro punto di vista mi sentivo amata ed è così che voglio vivere nel mio quotidiano.
Quindi tornando alla seconda domanda “E perché ci vai?”, Vado perché voglio tracciare il mio cammino verso la felicità cercando di fare un passò in più ogni giorno nel mio quotidiano.
Che vuoi che io faccia per te?
Elena
Il 25 Gennaio, con la memoria della Conversione di San Paolo, incomincia la mia seconda settimana vocazionale.
Ho già vissuto questa esperienza due anni fa con Rita, Daniela, Sara ed Erika, nello stessa Casa FMA; e anche quest’anno per consapevolezze diverse ho ricevuto il Dono di poter vivere ancora un’iniziativa così edificante. In questi anni, grazie al VIDES Lombardia e al Gruppo Giovani, nonché alle diverse iniziative pastorali, ho imparato a conoscere la Comunità FMA di via Timavo: come ogni volta che varco la porta a vetri, ho respirato aria di Casa. Inoltre le mie compagne di avventura, per misteriosi incroci del disegno del Sognatore, sono tutte vecchie o nuove conoscenze con cui ho già condiviso o sto condividendo percorsi importanti. Inevitabilmente, per entrare subito in clima, la domanda del Cuore che ho portato è stata proprio la Domanda di San Paolo che abbagliato dal Signore chiede: “Chi sei, Signore?”.
Ma è proprio il Signore che fin da subito ha messo le cose in chiaro: durante l’adorazione della prima sera risuonano le parole rivolte al cieco Bartimeo: Che vuoi che io faccia per te? Da qui un cambiamento di prospettiva che mi ha ricordato ancora una volta che il Signore era ed è presente per me, per ascoltare la mia insistenza e che proprio per il Suo passarmi vicina per quella volta mi sarei messa a Servizio di una Risposta, anziché di una Domanda. I giorni a seguire sono passati molto in fretta, alternando le fatiche quotidiane legate al lavoro, a qualche incomprensione legata alla vita comunitaria, a condivisioni profonde sia con le suore anziane della Comunità sia con le mie compagne, a tanta Preghiera, a momenti di allegria insieme.
È stata un’esperienza di Grazia molto intensa che mi ha permesso di fare ordine e di riprendere con limpidezza la Via dei Piccoli Passi. È stata molto bella la riscoperta dell’importanza della vita comunitaria, in fraternità, come punto di appoggio, di sostegno e di guida. Inoltre, è stato molto importante il momento di animazione con i ragazzi del CIOFS, in occasione della festa di Don Bosco, proprio per la possibilità di aver condiviso con loro un pezzetto di quella Storia che a me ha cambiato la vita.