Mentre ero alla ricerca di una tematica da affrontare per questo articolo e cercavo qualche storia scolastica interessante, ancora una volta gli studenti mi sono stati di ispirazione quando meno me l’aspettavo.
«Prof., scusi – mi dice un’alunna durante la ricreazione – perché non viene a condividere una fetta di torta con noi?».
Non è la prima volta a scuola che si festeggi un compleanno, così con piacere mi reco nella sala comune e scopro che nessuno compie gli anni.
Gli studenti si sono riuniti autonomamente per festeggiare i trent’anni di servizio a scuola della Signora S., che tra i colleghi del personale ATA si prende cura del liceo.
Dentro l’istituzione scolastica, la Signora S. è un’istituzione per le ragazze e i ragazzi! Domina i corridoi, sovrintende ai bagni, “cura” i malati veri o immaginari, ha una parola di incoraggiamento per tutti, docenti compresi. A lei diversi studenti raccontano ogni cosa sia della vita scolastica che di quella personale e sono ascoltati tutti con dedizione. Se ci fosse bisogno di sapere qualcosa di segreto, da docenti potremmo fare riferimento alla Signora S. e sapere ciò che desideriamo su una storia o sull’altra che avviene nelle classi o fuori; “potremmo”, ma non chiediamo, poiché non saremmo messi al corrente, visto che ha come una sorta di segreto professionale quando i ragazzi si confidano con lei.
Per la Signora S., al ritorno da una visita d’istruzione c’è sempre un ricordino; quando si festeggia un diciottesimo riceve puntualmente la bomboniera; è nei pensieri di tanti studenti quando realizzano un video per ricordare gli anni a scuola, giunti alla maturità; è tra i personaggi e le personalità più imitate dell’istituto.
La sua postazione, certo, diventa a volte una specie di rifugio, un luogo protetto, mai però una “zona franca”, perché comunque nella nostra scuola, personale docente e non docente cammina per il medesimo fine educativo per quanto ciascuno con il proprio stile e le proprie competenze.
È stato simpatico condividere la torta per tale evento, è stato bello vedere questo gesto di cuore e di cura degli studenti.
La Signora S. per loro c’è e loro ci sono per lei! Ed io che posso dire da insegnante? Che l’ho vista nei cortili, durante la pausa, avvicinarsi agli studenti nuovi e far loro compagnia; che l’ho vista accostarsi a quelli che sono soli in un angolo e chiedere se va tutto bene; che l’ho vista incoraggiarli prima di un’interrogazione e asciugare le lacrime dopo una andata male; che l’ho vista tenere stretta la mano di una ragazza davvero sofferente e usare parole di speranza; che l’ho vista formarsi insieme agli studenti partecipando ogni giorno ad un tempo di riflessione tra la terza e la quarta ora.
Come lei ci sono altri colleghi significativi tra il personale ATA e credo che troveranno spazio in futuro in queste pagine di “diario”, per raccontare quella scuola che è buona quando cresce come una comunità, favorisce relazioni vere, accompagna la crescita globale degli studenti, forma culturalmente e per la vita.
Marco Pappalardo