Di Mario Curnis e Simone Moro
Ed. Rizzoli
Storia di un’amicizia tra due generazioni da zero a ottomila metri
è il sottotitolo del libro che sintetizza la storia di due alpinisti nati a trent’anni l’uno dall’altro, il primo in montagna e il secondo in città, non accomunati nemmeno dal lavoro, Mario e Simone sono uniti però dal legame dell’amicizia. La loro è la cordata della vita.
Si sono incontrati quando Mario era già conosciuto come grande scalatore e Simone era agli albori della sua carriera, ma subito hanno sentito di condividere quasi tutto, il rispetto della natura, l’idea di un alpinismo puro, sogno e passione assoluta. Cominciano ad andare in montagna insieme, partono per escursioni vicine e lontane, e intraprendono spedizioni importanti: così, nel 1999 affrontano i settemila dell’ex Unione Sovietica, nel 2000 compiono l’intero giro delle Alpi Orobie e nel 2002 conquistano la vetta più alta del mondo, l’Everest.
“In cordata” è un confronto sincero tra due generazioni di alpinisti, tra due compagni di cordata, ma soprattutto tra due amici, uniti dalla stessa passione incondizionata, ma non per forza vicini nel modo di viverla.
Se Moro, infatti, ha fatto dell’alpinismo una vera e propria professione, Curnis invece lo ha sempre praticato come uno svago, senza rinunciare al proprio lavoro da muratore. Si riesce a comprendere un po’ di più il tipo di rapporto vissuto da Mario e Simone leggendo due frasi stampate nell’ultima di copertina di questo libro.
Scrive Mario Curnis: “Sono pochi gli amici che quando stai cadendo tengono la corda: tanti magari reggono per un momento ma poi mollano, ti lasciano andare. Io e Simone abbiamo cominciato a legarci in montagna e siamo rimasti legati come prima e forse di più”.
E Simone afferma: “Quando racconto di Mario, voglio si capisca che, tra le migliaia di incontri di una vita, ce ne sono pochi nei quali ti si illumina la lampadina e ti rendi conto di aver trovato le persone giuste”.