Una ventina di ex allieve si sono regalate un giorno di contemplazione della Parola, del proprio essere profondo di donne/madri, della bellezza del creato per riempire il proprio cuore di misericordia/tenerezza.
Una domenica mattina un gruppo di donne di età diverse si sono date appuntamento per condividere un’esperienza di “meditazione” accogliendo con interesse e curiosità la proposta di sr Ortensia, delegata ex allieve di Melzo. Mariti e figli a casa ancora assopiti nei letti e noi donne felici di dedicarci una giornata per stare insieme e per riflettere.
Giunte ad Albino siamo subito state piacevolmente accolte da Padre Gianni Nicoli, un uomo molto determinato e gentile presso il seminario dei Padri Dehoniani. Intorno a noi un giardino rigoglioso nella sua veste migliore d’autunno. Il silenzio, la natura e l’aria fresca delle montagne alle nostre spalle hanno fatto da cornice al nostro “viaggio”. Padre Nicoli ha introdotto le sue riflessioni con la lettura del Vangelo di Matteo Capitolo V 43,48.
“Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico:amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori, perché siete figli del Padre vostro celeste…”
Egli ha quindi sottolineato come tutti gli esseri umani siano fratelli e sorelle e tutti figli dello stesso Padre. L’invito di Gesù è nell’amore verso chi già amiamo e verso chi ci è nemico. Un tema che spesso si fa fatica ad accettare e a far proprio nelle nostre esistenze anche perché richiede dei gesti e dei pensieri che sembrano così’ “faticosi” nella quotidianità. Padre Nicoli quindi ha introdotto la parabola della zizzania e si è soffermato sul tema del Male, dell’odio e della cattiveria che spesso pongono il fedele di fronte alla scelta del bene e della verità. Una decisione quotidiana e continua.
Quanto ci lasciamo abbracciare da Dio?
Ognuno di noi porta dentro di se’ un’immagine di Dio che muta con le fasi della vita e con gli incontri lungo il percorso. La fede ha le sue età: quando eravamo bambini ci sentivamo bravi o cattivi allo sguardo di Dio ma da adulti la Sua voce diventa guida ed entra come un soffio dentro di noi e , se vi trova uno “spazio vuoto” di accoglienza, ci conduce alla fede e alla nostra libertà. La domanda che ci possiamo porre noi adulti quindi è: “Quanto ci lasciamo abbracciare da Dio?”
Lo spazio vuoto in cui accogliere Dio è come l’utero di Maria che è stato fecondato dalla Parola di Dio attraverso l’ascolto. Padre Nicoli ha presentato l’amore di Dio come del buon vino nella nostra cantina. Se andiamo da soli a bere una bottiglia ci ubriachiamo ma se andiamo in compagnia la gioia sarà maggiore ed intensa.
Il seminario e la generosità delle riflessioni che Padre Nicoli ha condiviso con i partecipanti sono stati come una cantina ben fornita di ottimo vino e alla fine dell’incontro ci siamo tutte sentite un po’”inebriate”. Molte emozioni, molti pensieri e ricordi ci animavano e in cerchio abbiamo condiviso la nostra gioia di vivere questa esperienza insieme. Nel pomeriggio, dopo un pranzo conviviale e comunitario, in cui abbiamo potuto condividere le nostre esperienze con tutti i partecipanti, abbiamo approfittato della bella giornata autunnale per goderci il sole pallido e tiepido in giardino. La messa con i canti, i riti e le preghiere ha suggellato una giornata ricca di doni. Ci siamo sentite come donne alla fonte come si narra nel passo della Genesi: “…Quando ecco uscire con la sua brocca sulla spalla Rebecca,… La Fanciulla era molto bella d’aspetto, vergine, e nessun uomo l’aveva mai conosciuta. Ella scese alla fonte, riempì la sua brocca, e risalì. Allora il servo le corse incontro e le disse: “Deh, lasciami bere un po’ d’acqua dalla tua brocca”. Ella rispose: “Bevi, signor mio”; poi si affrettò a calare la brocca sulla mano, e gli diede da bere.”
La sera, come Rebecca, di rientro nelle nostre case, abbiamo portato le nostre brocche piene d’acqua! Acqua fresca in abbondanza!