«Mi hanno sostenuta sia quando miglioravo sia quando peggioravo»
In un articolo apparso sull’Osservatore Romano, Alessandra racconta la sua esperienza al Ciofs/FP di Pavia (Centro italiano opere femminili salesiane per la formazione professionale).
«Nella prima parte del percorso scolastico ho dato il meglio di me per farmi odiare e per odiare a mia volta — continua con commovente franchezza — il mio istinto ribelle era sempre in agguato. Se mi voltavo, trovavo sempre qualcuno pronto ad aiutarmi. Se mi allontanavo, al mio ritorno erano lì, pronti ad accogliermi a braccia aperte. Di conseguenza i risultati a livello scolastico, ma soprattutto a livello caratteriale, non sono tardati ad arrivare».
Alessandra ha raccontato la sua storia durante la XXVII edizione del Seminario di formazione europea che si è tenuto in Lombardia, a Cinisello Balsamo, il 23 e 24 settembre scorso e si è concluso il 25 nel padiglione Casa Don Bosco dell’Expo. Accanto ad Alessandra tanti altri ragazzi hanno raccontato l’avventura della scoperta di se stessi, e il manifestarsi di potenzialità che non sospettavano di avere. «L’energia per il futuro, il migliore investimento per il domani del pianeta, il pane dell’umanità sono i giovani», spiega Lauretta Valente, presidente del Centro, parafrasando lo slogan di Expo.
«E nutrire i giovani per il pianeta significa educarli, formarli alla vita e al lavoro». Un’occupazione che non sempre coincide con il progetto iniziale degli educatori (uno dei ragazzi, ad esempio, dopo aver scoperto il suo talento per il disegno ha deciso di specializzarsi in tatuaggi) ma è sempre un’occasione di crescita e di riscatto.
«Avevo solo bisogno di aiuto e ci sono voluti sedici anni perché qualcuno se ne accorgesse. Mi rivedo ora, a ventidue anni, e sono fiera della persona che sono diventata» dice Alessandra, continuando a raccontare la sua storia con fierezza e gratitudine. «Sono sempre stata esclusa, ovunque. Ma qui, finalmente, ho trovato qualcuno di cui potermi fidare.
Qualcuno disposto ad ascoltarmi, a volermi bene incondizionatamente, a darmi veramente tutto se stesso, nonostante tutto. Non mi hanno voltato le spalle, non mi hanno ignorata. Mi hanno aiutata. Hanno cercato di capire. Mi hanno dimostrato l’amore immenso di Dio». La formazione professionale ha potenzialità grandissime ma viene trattata spesso come la Cenerentola del sistema, spiega Pietro Antonio Varesi, presidente dell’Isfol — l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori — illustrando il nuovo rapporto su un canale educativo di cui si parla troppo poco, che permette di recuperare ragazzi a rischio di abbandono scolastico, immigrati o con disabilità.
«A tre anni dalla conclusione del percorso — continua Varesi — metà dei ragazzi ha trovato occupazione in un mercato del lavoro travolto dalla più grande crisi economica che ricordiamo, mentre il 6,6 per cento è stato rimotivato e ha ripreso il percorso di studi. A oggi sono oltre tremila i giovani che fanno questa scelta: un motivo ci sarà».
Nonostante i buoni risultati ottenuti, gli fa eco, sullo stesso tema, Valente: «Spesso abbiamo la sensazione di essere coperti dal mantello dell’invisibilità e che il tema dell’alternanza scuola lavoro non goda delle attenzioni politiche che meriterebbe».
Silvia Guidi