Ecco come “Scegliere un film”
In uno scenario in cui vi è sovrabbondanza di recensioni sui film in uscita nelle sale, diventa sempre più difficile orientarsi e fare una scelta consapevole, puntando lo sguardo soprattutto su quei titoli che siano in grado di divertire e arricchire l’animo sia dal punto di vista umano che culturale. È per questo che anche quest’anno è stato pubblicato Scegliere un film, un volume ormai storico, curato nel corso di oltre dieci anni da in collaborazione prima con Luisa Cotta Ramosino, e negli ultimi due anni con Raffaele Chiarulli. Proprio come le precedenti edizioni, Scegliere un film 2015 si presenta come una guida utile per gli spettatori appassionati di cinema, per i docenti, i cultori della materia, i critici in cerca di informazioni sui film della stagione cinematografica passata. Selezionati attraverso una duplice prospettiva in grado di sottolineare il valore della narrazione senza tralasciare l’importanza di un punto di vista radicato nell’antropologia cristiana, i film scelti sono preziosa occasione di divertimento, dialogo, dibattito e riflessione. Abbiamo chiesto al Professor Armando Fumagalli di parlarci di questo libro, della sua nascita, del suo valore e degli obiettivi e desideri che hanno motivato un progetto così importante.
Il primo volume di questa collana è stato Scegliere un film 2004. Sono passati ormai più di dieci anni, ma com’è nata l’idea di questo libro?
«Abbiamo deciso di fare questo libro perché esisteva da una parte una critica molto superficiale -quella dei quotidiani, spesso puramente occasionale, o quella delle riviste specializzate che è spesso un copia e incolla dal materiale dell’ufficio stampa- e dall’altra una critica accademico cinefila spesso invece molto astratta e molto astrusa. Pensavamo che ci fosse bisogno di una guida per persone “normali” e che vogliono usare il cinema per finalità che sono sia di intrattenimento sia educative: usarlo sia in famiglia, sia nelle scuole, nelle parrocchie e in altri contesti formativi.
Uno dei nostri obiettivi sin da subito era segnalare film interessanti e positivi che passano un po’ sotto traccia e invece sono molto belli e utili, come per esempio The Blind Side qualche anno fa o Trash, Selma e Cristiada quest’anno».
Quali sono i criteri principali che tenete sempre a mente nel momento in cui giudicate un film?
«La nostra idea è dare enfasi non tanto ad aspetti “tecnici” come la regia o la recitazione, ma andare a fondo sulla storia, i personaggi, i valori del film, che poi sono le cose più importanti che “rimangono” dopo la visione».
Cosa serve per costruire un buon film che sia in grado di intrattenere ma anche di comunicare nello spettatore emozioni sincere e di stimolare una riflessione sulla vita?
«Crediamo che serva una capacità di essere semplici e profondi allo stesso tempo. Oltre che, ovviamente, attingere a dimensioni vere dell’esistenza, che è la prima cosa. Non è difficile essere semplici e banali, come non è difficile essere complicati e astrusi. In questo senso, i film della Pixar, che da anni seguo con particolare attenzione, sono un esempio splendido: da Toy Story a Gli incredibili fino a Inside Out sono capolavori nella capacità di unire profondità di temi, verità umana (sono film che spesso nascono da esperienze profondamente personali) e grande intrattenimento.
Ma di film che riescono a fare questo ce ne sono alcuni ogni anno, per fortuna. Anche i francesi recentemente ci sono riusciti più di una volta, per esempio con Quasi amici e Non sposate le mie figlie. E anche fra i film di lingua inglese se ne trovano qualcuno ogni anno: un caso esemplare è Il discorso del re».
Scegliere un film 2015 è ormai il dodicesimo volume di questa collana Quali sono i film di questa edizione che meritano attenzione?
«Come ogni anno, ci sono almeno 20-25 film che a nostro parere meritano particolare attenzione. Alcuni sono molto noti, come Big Hero 6 o American Sniper… Fra quelli invece meno noti, menzionerei in particolare Trash, produzione inglese che in qualche modo riprende la formula di The Millionaire, un thriller con una visione profondamente umana e cristiana della vita, e anche Non sposate le mie figlie, una commedia francese molto divertente, che ha il pregio di andar contro l’idea diffusa che ogni traccia della nostra identità, della nostra cultura e della nostra religione possa “offendere” gli stranieri».
Quali sono state le principali sorprese del cinema italiano?
«La principale sorpresa positiva di quest’anno è stata a nostro parere Se Dio vuole, una commedia garbata e divertente che pone i personaggi di fronte alla questione della fede e alla “provocazione” esistenziale che sempre pone la possibile vocazione sacerdotale di un ragazzo di oggi. Ma ci hanno colpito positivamente anche Mia madre di Nanni Moretti, che, pur se chiuso al trascendente, descrive molto bene un rapporto madre-figlia profondamente umano, e Il giovane favoloso, che ha il merito di “prendere sul serio” la poesia di Leopardi, anche se la lettura non è forse quella più ultimativa che si potrebbe dare».
In che modo questo libro può aiutare le famiglie a orientarsi tra i tanti titoli in circolazione e suggerire loro una scelta consapevole?
«L’orientare, anche in modo pratico e veloce i nostri lettori, è uno dei nostri obiettivi principali. Per questo, oltre alle stelline con cui qualifichiamo i film, in fondo al libro mettiamo tre elenchi che possono essere un punto di riferimento essenziale: i migliori film per tutti (quindi adatti a tutte le età, ma magari non proprio ai bambini più piccoli), i migliori film per bambini (con film che piaceranno ai piccoli e spesso anche agli adulti con loro) e i migliori film per “discutere”, film magari con qualche lieve cautela di visione, ma che possono essere utili per esempio per un cineforum, per approfondire un tema (vedi per es. Selma sulla questione del movimento di liberazione dei neri in Usa), per una proiezione scolastica a studenti di scuola superiore».