“Espresso per Hogwarts, ore 11”
«Una locomotiva a vapore scarlatta era ferma lungo un binario gremito di gente. Un cartello alla testa del treno diceva “Espresso per Hogwarts, ore 11”. Harry si guardò indietro e, là dove prima c’era il tornello, vide un arco in ferro battuto, con su scritto “Binario Nove e Tre Quarti”. Ce l’aveva fatta».
Tra le foto che girano sui social network in vista dell’inizio della scuola, sono molto interessanti quelle degli studenti che immaginano il rientro pensando ad una scuola speciale, quella di Hogwarts, frequentata da Harry Potter e dagli aspiranti maghi: la stazione dei treni, i ragazzi accompagnati dai genitori, il passaggio magico attraverso il muro e poi il viaggio negli scompartimenti pieni di studenti, bagagli e dei loro compagni animali. Colpisce che nelle fantasie di diversi ragazzi il primo giorno di scuola possa essere come quello del famoso personaggio dei romanzi di J. K. Rowling e della celebre saga cinematografica. È bello, infatti, pensare che l’inizio delle lezioni sia associato ad un’esperienza fantastica e ad un’avventura straordinaria di tal sorta!
E se fosse così davvero?
Le vacanze apparirebbero troppo lunghe e non si vedrebbe l’ora di ritornare in classe.
Se fosse così, la mattina ci si alzerebbe senza fatica e senza sveglia per il piacere di imparare tanto di nuovo e che può cambiare la vita.
Ogni giorno sarebbe una scoperta, una ricerca della formula giusta per realizzare qualcosa di buono, un tendere la bacchetta per creare, un pronunziare parole essenziali che abbiano un senso ed un effetto.
Ogni ora ci si lascerebbe stupire dai prodigi dei docenti ed incantare da termini oscuri che pian piano si illuminerebbero attraversarti dalla luce della conoscenza.
Le scale magiche di Hogwarts aprirebbero percorsi inaspettati per la crescita, aiutando ciascuno a scoprire la propria strada nella vita e percorrerla fedelmente per non perdersi. E che dire delle scope volanti e del sogno di ogni ragazzo di volare alto per realizzarsi, di giocare la partita determinante per il futuro, di trasformare i propri sogni in progetti, di conquistare il “boccino d’oro” dell’amore della compagna di scuola e delle amicizie vere che non tramonteranno, dei familiari che non ti chiedono tanto “com’è andata oggi a scuola?” o “ti hanno interrogato?”, bensì “sei stato bene oggi a scuola?”, “hai fatto nuove amicizie?”, “cosa ti ha toccato il cuore?”, “cosa porti con te di importante dopo cinque ore?”.
Eppure, in questa bella storia, ci sono i cattivi, gli innominabili, i traditori, gli oscuri signori, le stregonerie, la sofferenza, le ferite, le difficoltà, la paura che inchioda; ci sono pure nella vita reale tra i banchi con i dovuti distinguo naturalmente: quando lo studio diventa pesante, i contenuti incomprensibili, la lezione noiosa, i compagni insopportabili e che isolano, gli insegnanti indifferenti, la famiglia priva di interesse, le strutture cadenti, le relazioni poco significative, le amicizie solamente interessate, ciò che si impara lontanissimo dal desiderio del proprio cuore.
Nonostante ciò, ogni anno per molti anni, c’è un treno che porta ad Hogwarts per ogni studente, c’è e va preso, non perso. “Preso” e “perso”, basta solo spostare la “r” per cambiarne completamente il senso, quasi fosse una formula magica che pronunciata in un modo ti mette a rischio, nell’altro ti salva!
E questo con altre parole lo direbbe pure il grande “Preside” Albus Silente ai tanti Harry, Hermione, Ron, Draco, Neville: «Sono le scelte che facciamo che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità».
Marco Pappalardo