Pubblichiamo le interviste di Chiara, Maria e Francesca, tre ragazze che quest’anno hanno deciso di partire in missione con il Vides.
La loro non sarà la solita vacanza ma un’esperienza umana forte e spirituale. Ci hanno raccontato le motivazioni, le paure e le aspettative riguardo questa scelta.
Mi chiamo Chiara,
sono di Busto Arsizio. Sarò mandata in Etiopia in una missione di Addis Abeba. Ho deciso di partire perché, un pò avevo il sogno dell’Africa sin da bambina, i miei genitori hanno vissuto un’esperienza simile che li ha portati a conoscere molte famiglie africane, e un po’ perchè sentivo il bisogno di fare qualcosa per gli altri, non avevo più interesse a fare la solita vacanza al mare ma sentivo il bisogno di fare un’esperienza più forte. Rimarrò un mese.
Lì non sarò solo io a dare ma riceverò anche molto, quindi sono carica ma ho anche la paura di tornare e trovarmi un poco spiazzata dopo aver vissuto questa esperienza e quindi fare fatica a ritrovarmi nel mio mondo. Paure circa il mondo nuovo che incontrerò non ne ho, forse un poco il timore di prendermi qualche malattia strana, ma sono contenta e tranquilla; spero di riuscire a dare qualcosa di mio, di essere capace di fare ciò che mi verrà richiesto. Una parola con cui parto: allegria.
Mi chiamo Maria,
sono di Cinisello Balsamo. Sono diretta in missione a Dilla a sud dell’Etiopia. Questa per me è la sesta esperienza, sempre in Etiopia. Questo sarà un altro passo da aggiungere ai precedenti cinque; le prime volte ero partita come animatrice, la volta scorsa come parte di una comunità laica di missionari, questa volta mi piacerebbe mettere insieme tutte le esperienze e provare anche a mettermi in gioco nel mio campo che è l’ingegneria clinica. Ho scelto il Vides perché faccio da sempre parte della realtà salesiana e con le Figlie di Maria Ausiliatrice mi sono sempre trovata bene, ho sempre collaborato con loro in Etiopia e una suora Zuai in Etiopia, che conosceva la mia voglia di mettermi in gioco in questo modo, mi ha consigliato di contattare le FMA in Italia.
Starò via spero un anno. Le mie aspettative sono sicuramente quelle di riuscire a mettermi in gioco con la mia professionalità e di stare in mezzo alla gente, di vivere in famiglia come ho fatto sempre. La mia paura è quella di mettercela tutta ma di non sapere se sono all’altezza. Una parola: amici, perché nella parola amici si riassume tutto, la famiglia, chi ti accompagna e tutte le persone che ti stanno vicino qui e in Etiopia.
Mi chiamo Francesca,
sono di Busto Arsizio. Sarò mandata in Etiopia, a Zuai. Ho scelto di fare questa esperienza perché è un mio sogno da molti anni. Ho scelto il Vides perché sono cresciuta nell’oratorio delle suore salesiane e condivido il loro modo di avvicinarsi a Gesù. Non ho aspettative particolari, spero solo di saper ricevere e di riuscire a donare.
Le mie paure sono di non riuscire a sopportare qualche situazione particolare, quindi di trovarmi in difficoltà. Una parola che porterò con me: cuore.