Noi mamme sappiamo quanto stressanti possono essere i compiti a casa, convincere i propri figli a sedersi e concentrarsi sui loro compiti è una battaglia quotidiana che tutte dobbiamo affrontare. E lo stesso vale per me.
Quando ero piccola prima guardavo Bim Bum Bam, poi giocavo, e infine prima di cena mi disperavo di non avere fatto i compiti. Quando ero più grande studiavo solo sotto interrogazione e mi ero specializzata nell’arte dell’improvvisazione: ancora adesso i miei incubi peggiori sono quelli in cui rivivo lo stress della maturità o l’interrogazione per cui non avevo studiato. Quando ero all’università mi ritrovavo immancabilmente le settimane prima dell’esame a studiare giorno e notte come una forsennata perdendo il sonno e la salute. Lo ammetto: ho sempre rimandato il momento della fatica e la mia mancanza di volontà e di senso del dovere mi ha fatto vivere gli anni di scuola afflitta da stress e complessi di colpa.
Quando sono entrata nel mondo del lavoro ho compreso di essere stata un’idiota: con il giusto metodo di pianificazione dei tempi e gratificazione per i risultati si può raggiungere qualsiasi obiettivo senza mal di pancia da panico. Ho anche compreso di non essere mai stata educata al valore della fatica dalla mia famiglia.
Ora che sono mamma, voglio affrontare la battaglia dei compiti a casa come una sfida per superare i miei limiti e per evitare alle mie figlie le ansie che ho metabolizzato inutilmente per tanti anni.
Ho letto tutta la letteratura sul tema scritta da psicologi e pedagogisti e ti sintetizzo qui i punti fondamentali che hanno aiutato me, con l’augurio che possano aiutare anche te.
1. I compiti a casa sono utili per il bambino
2. Evitare lo stress si può, con le buone abitudini
3. Mamma e papà devono dare sostegno e fiducia
4. Il bambino è il protagonista, non il genitore
1. Perchè i compiti a casa sono utili alla crescita del bambino
- Aiutano il piccolo alunno a confrontarsi con la dimensione del dovere, fanno imparare la fatica
- Sviluppano la capacità di organizzarsi del bambino e diventa più autonomo
- Attraverso il lavoro a casa un bambino impara a conoscere meglio se stesso, a reagire alla frustrazione, persistendo con costanza e determinazione al perseguimento dell’obiettivo
- A casa il bambino può essere più o meno bravo, questo non è importante; quello che conta è la sfida ad andare avanti lo stesso e non mollare
Ho scoperto che lo stesso vale anche per me, nello sport ad esempio, o in tutte quelle incombenze che “devo” fare e “non ho voglia” di fare. Quindi ho cominciato a dare io stessa il buon esempio alle mie figlie: con mia sorpresa l’esempio è servito di più di tutte le parole, le punizioni, i ricatti e i premi.
2. Le buone abitudini per ridurre lo stress da compiti a casa
QUANDO FARE I COMPITI. Stabilisci una routine, per i bambini è importante l’organizzazione. Se decidi di dedicare ai compiti il sabato mattina, è così punto e basta, non si deve fare altro. La decisione è indiscutibile.
DOVE FARE I COMPITI. Il luogo dove fare i compiti deve favorire la concentrazione: ben illuminato, in ordine, tutto l’occorrente a portata di mano, senza distrazioni. Può essere utile mettere sul tavolo qualcosa da bere e da mangiare per “nutrire il cervello”. Assolutamente niente giochi, nè tv accesa, nè telefono, notifiche disabilitate.
UN AIUTO QUANDO SERVE. Il genitore che ha più pazienza, si assuma l’incombenza di dare una mano al bambino che chiede aiuto o che non capisce qualcosa. Meglio metterselo bene in testa: rimproveri e urla servono sono a minare l’autostima, il compito dei genitori è invece dare fiducia ed evidenziare i risultati positivi.
COSA FARE QUANDO SBAGLIA. Gli errori servono ad imparare, non sono da rifiutare, ma da riconoscere e correggere. Il genitore dovrebbe aiutare il bambino a rileggere e capire cosa ha sbagliato. Non cadere nella tentazione di correggere noi i compiti per non perdere tempo.
CONTROLLO O NON CONTROLLO? All’inizio del periodo scolastico è meglio controllare, per esempio, che il figlio si ricordi di fare tutti i compiti, o che porti il necessario per il giorno. Ma poi, piano piano, il controllo deve diventare meno stretto e soprattutto l’adulto non deve sostituirsi al figlio e fare le cose al posto suo.
NON SOLO COMPITI. Aiutiamo il bambino ad usare la testa quando fa i compiti, a lavorare concentrato, efficiente: fare i compiti veloci e bene. Il tempo ricavato vada tutto al gioco libero, premio dovuto dopo il dovere quotidiano. Cerchiamo un equilibrio tra dovere e piacere. Arricchiamo il tempo libero di attività divertenti, libere e meravigliose, che diano al bambino la motivazione e la gratificazione della fatica fatta.
3. Mamma e papà devono dare sostegno e fiducia
Il concetto chiave è “esserci” : il genitore deve dare al figlio un sostegno emotivo alla sua fatica, mostrare comprensione e aiutarlo a sviluppare il senso di responsabilità e la capacità di applicarsi. Dare fiducia, incoraggiare il bambino, con un atteggiamento positivo “Dai, va tutto bene, puoi farcela!”. Non solo, il genitore deve sostenere l’autodisciplina e l’autostima del figlio, consigliando e dando l’esempio.
4. Il protagonista è il bambino, non il genitore
Il bambino deve sentirsi protagonista della sua esperienza scolastica, è molto importante. All’inizio il bambino studia per fare contenta la mamma o la maestra, ma col tempo i genitori hanno il compito di comunicare al figlio che si studia per se stessi, per imparare cose nuove, per superare i propri limiti, non per il voto o per gli altri. Questo è un percorso graduale, che richiede tempo e maturazione, ma dà grandi soddisfazioni.
Spero che questi consigli possano esserti utili ad affrontare la battaglia domestica dei compiti a casa. E adesso su le maniche: si comincia!