Lo zaino di Emma

da | 17 Feb 2015 | Libri

“Molti pensano che la disabilità sia un dono scrive l’autrice, mamma di una bimba down. Ma chiedetelo ai nostri figli.
La sindrome di Down non è un dono, mia figlia è un dono, ma per com’è lei, non per la sindrome”.

A proposito della disabilità, Martina Fuga, mamma di Emma, sente tutta la sua impotenza a vincerla. A togliere quello “zaino” dalle spalle di sua figlia lei ce la mette tutta, ma fino a che punto? E sente di dover arrendersi a quanto, inevitabilmente succederà. Quel peso limitante, si dice: “Non posso portarlo io al suo posto! Un giorno lei vorrà toglierselo quello zaino e io dovrò spiegarle che non è possibile. Quel giorno sarà il più difficile della mia vita.”

L’autrice e protagonista di questa storia vera racconta, con coraggio e tenacia, la sua vita con Emma. Racconta lo straordinario rapporto che lega una madre a una figlia e offre spunti di riflessione a chiunque si interroghi sul senso vero della Vita.

Martina Fuga- Ed Mondadori

 

L’incontro di Emma con il Papa

Incontrare il Papa metterebbe soggezione a chiunque, dicevo, ma non a Emma. Emma è a suo agio in qualsiasi situazione, Emma sa comunicare con tutti e nemmeno il suo linguaggio dispettoso glielo impedisce, Emma sa vivere qualsiasi esperienza qui e ora, Emma coglie l’attimo senza perdersi il meglio della vita. Prova a insegnarmelo da 9 anni e prima o poi lo imparerò anche io. C’è stato solo un attimo in cui era preoccupata, quando ha realizzato che il Papa era argentino, ma l’ho rassicurata che l’avrebbe capita anche se parlava in italiano ed è bastato a farla tornare serena.
Trovatasi di fronte a Papa Francesco lo ha guardato dal basso a distanza di sicurezza, le ha preso la mano solo quando lui l’ha allungata verso di lei e le ha baciato l’anello come se conoscesse la procedura alla perfezione, ma lui ha sciolto le formalità e le ha preso il viso fra le mani e l’ha guardata dritta negli occhi come pochi sanno fare, lei gli ha detto quello che aveva nel cuore e lui l’ha abbracciata stretta stretta. Noi tutti un passo indietro, come sempre, perché per tutti e quattro prima viene Emma, sempre. Dopo che anche noi lo abbiamo salutato e abbiamo fatto la foto di rito, per lei non era abbastanza, ha attirato di nuovo la sua attenzione e gli ha detto: “Ciao Papa!”, lui le ha regalato un sorriso spontaneo e le ha risposto: “Ciao bella!”, Emma non aspettava altro, non aspettava altro che capire che la tensione era sciolta, che poteva essere se stessa, che quello che era davanti a lei era un uomo buono, un uomo semplice, il Papa di tutti, il Papa che come prima parola ci ha riservato un “Buonasera”, che per lui le formalità non contavano davvero, che a lui quello che interessa è raggiungere il cuore delle persone. Così ha puntato di nuovo lo sguardo verso di lui, ha alzato la sua manina aperta e gli ha detto “dammi un cinque”, lui senza esitare un attimo ha aperto la sua mano per battere il cinque a Emma, ridendo di cuore. Paolo, che come Emma sa godersi sempre il presente, ha incrociato lo sguardo di Papa Francesco e Padre Georg, e per un attimo hanno riso insieme della spontaneità di Emma e di quel gesto informale, pieno di complicità e vicinanza. Solo allora Emma ha abbassato lo sguardo ed è andata al suo posto con un sorriso compiaciuto sulle labbra.

Liberamente tratto da: “IMPREVISTI”

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