Due giorni una notte

da | 2 Dic 2014 | Film

Belgio 2014, 95′
Genere: Drammatico
Regia di: Luc Dardenne, Jean-Pierre Dardenne
Tematiche: lavoro, crisi, fabbrica, depressione, matrimonio, dignità
Target: da 16 anni
Imperdibile

Sandra, operaia di una piccola ditta, rischia il posto di lavoro. Anzi, l’ha già perso: la crisi reclama il taglio di una “unità lavorativa” (ma dietro i motivi economici si nasconde la voglia di liberarsi di una persona poco produttiva, a causa di passate crisi depressive). Una decisione avallata perfino dal voto dei colleghi, istigati da un superiore e allettati da un bonus da mille euro. Ma il “capo” offre a Sandra la possibilità di rimettere ai voti la proposta appena approvata: accettare il licenziamento di una di loro in cambio del famoso bonus. Serve una nuova votazione, stavolta segreta e quindi libera. E occorre convincere la maggioranza dei colleghi: nonostante la sua ritrosia a parlar loro apertamente, ma incoraggiata da un’amica e dal marito (e sostenuta dall’amore per i due figli), Sandra inizia una peregrinazione nel breve volgere – ma che per lei è interminabile – di un angoscioso weekend: casa per casa, incontro per incontro, cerca di far breccia nel cuore di chi lavora con lei. Le risposte sono le più diverse: chi accetta di buon grado e anzi la incita ad andare avanti, chi tentenna, chi rifiuta violentemente, chi ha paura della reazione del proprio coniuge…

Ce la farà a metterli di fronte alla loro coscienza e a convincerli, ma soprattutto a non crollare sotto il peso della vergogna e della fragilità?

Una realtà sociale che mette a dura prova la protagonista, e fa così emergere non solo il suo ruolo di vittima, ma anche di eroina nella vita di tutti i giorni.

I registi di questo film non giudicano nessuno, nè puntano il dito, piuttosto espongono la realtà dei fatti e le diverse situazioni personali, per cui molti colleghi di Sandra negano il voto in suo favore, per paura di subirne le conseguenze.

Il film è una storia estrema ma vera, su come il coraggio e l’orgoglio debbano vincere sulla solitudine e l’abbandono quando in gioco c’è la necessità di sopravvivenza.