“In Italia avete un bellissimo proverbio che dice ‘chi va piano va sano e va lontano’. Niente di più giusto”.
Salone del Libro di Torino 2014. Luis Sepulveda, scrittore cileno, inizia con le parole della sapienza popolare la sua intervista. L’autore della storia della gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, racconta come ha capito il valore del procedere con calma, lentamente nella vita. L’ha compreso da bambino, scolaro delle elementari: “Il seme della lentezza è stato piantato proprio in quel periodo della mia vita. In Cile frequentavo una scuola normale, una scuola pubblica, laica, gratuita. Dove i maestri avevano ben chiaro in testa che per avanzare nello studio di una materia era necessario che tutti gli alunni avessero capito. Nessuno doveva restare indietro. A costo di perderci del tempo. Ai miei sei figli ho sempre detto che è fantastico se un loro compagno diventa il numero uno della classe, ma non è quello che conta. L’obiettivo della conoscenza non è arrivare primi, ma capire le cose, capirle bene”.
Luis Sepulveda continua nel suo racconto, cioè ritorna ai momenti in cui la lentezza è diventata il suo ritmo di vita. Un giorno, il suo nipotino, che aveva trovato in giardino una lumaca, gli ha rivolto una domanda difficile: “Nonno, perché la lumachina è così lenta?”. La risposta ha tardato a venire, ma infine: “Lasciami un po’ di tempo e farò qualche ricerca…”. Ed è nato il libro “Storia di una lumaca, che scoprì l’importanza della lentezza”. Un best-seller che ha venduto migliaia di copie e ha insegnato, ai lettori e lettrici di ogni età, alcuni principi a cui Luis Sepulveda fa riferimento: “Non conta il punto d’arrivo ma solo il ritmo che scegli di seguire”, e ancora: “Vivendo a passo lento ho scoperto come superare i miei limiti”.